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L’acqua potabile si ottiene in massima parte dalla pioggia, in parte scivola sul suolo, in parte penetra nel terreno, attraversando gli strati porosi fino a raggiungere uno strato impermeabile, dove si raccoglie formando le falde acquifere cui derivano pozzi e sorgenti, che danno origine a laghi e corsi d’acqua. L’acqua durante il suo percorso si arricchisce di sali di varia natura,ma anche di sostanze inquinanti. La qualità dell’acqua proveniente da queste fonti varia molto a seconda della profondità e delle caratteristiche idrogeologiche della zona. Le acque di superficie in genere sono più torbide e contengono più batteri di quelle sotterranee, le quali,
invece, contengono sostanze chimiche disciolte in concentrazioni talvolta elevate. Vista l’importanza che l’acqua riveste sia in ambito domestico che industriale, si ha la necessità di avere un’acqua ideale per il consumo umano,(legge D.Lgs. 31/01).

L’acqua potabile, è una risorsa indispensabile, destinata al consumo umano, permettendo la sopravvivenza degli esseri viventi. Sfortunatamente, il termine “potabilità”, non significa pulizia dell’acqua, ma è solo un parametro di tolleranza che la legge del 31/2001 prevede per le acqua destinate al consumo umano. Affinchè, tutto questo possa rientrare nella normativa, i vari acquedotti delle nostre città, hanno l’obbligo di immettere quantità di cloro (ipoclorito di sodio=candeggina)per ovviare a problemi di natura soprattutto batteriologica (tifo, paratifo, epatite virale, salmonella, ecc…).

Il cloro (ipoclorito di sodio=candeggina),è importante che arrivi fino al nostro rubinetto, in modo che non si limiti soltanto a rendere potabile l’acqua all’acquedotto, ma che impedisca anche che si riformino durante il percorso focolai di batteri. Però, come tutte le cose, anche il cloro, se da una parte è utilissimo, dall’altra ci crea qualche problema, è il più evidente e che a volte conferisce all’acqua un sapore e un odore talmente sgradevoli che molti sono costretti per bere, a far uso di acque alternative (acqua imbottigliata),pertanto, quando ci capita di sentirci dire “questa acqua come puzza, sembra quasi che ci sia candeggina”,ecc, non sembra, ma è veramente “candeggina”, considerando comunque, che con questa acqua (rubinetto)dobbiamo preparare i vari cibi, tutti giorni.

Le gocce dopo aver dissetato piante e animali penetrano nel terreno e raggiungono gli strati più profondi della terra.

Tutte insieme sgorgano dalla sorgente correndo giù lungo il pendio formano un torrente, poi un fiume e finalmente raggiungono il mare…….
E la storia ricomincia da capo, perchè il gioco dell’acqua non finisce mai…

L’acqua imbottigliata è responsabile di un enorme aumento di produzione di bottiglie di plastica nel mondo. L’incremento della sua vendita non solo ha coinciso ma può aiutarci a spiegare l’aumento del 56% nella produzione di resina plastica fra il 1995 e il 2001 negli Stati Uniti ( da 32 milioni di tonnellate a più di 50 milioni su base annua). Usando quantità critiche di gas naturale e petrolio, le industrie produttrici di bottiglie di plastica producono e rilasciano nell’ambiente circostante rifiuti tossici, inclusi benzina, xilene, e ossidi di etile. Gli elementi cancerogeni e tossici che costituiscono le bottiglie di plastica, come gli ftalati usati per rendere i contenitori più flessibili, possono contaminare il contenuto durante il trasporto o la permanenza nei magazzini. Praticamente in ogni parte del mondo l’abbandono delle bottiglie di plastica è divenuto il principale componente dei rifiuti sui bordi delle strade. Queste bottiglie inoltre ingrossano le discariche e rilasciano pericolose tossine nell’aria e nell’acqua quando sono bruciate nei contenitori di scarico o negli inceneritori industriali. Nonostante le immagini deliberatamente ingannevoli delle frecce circolari mostrate sulle bottiglie, nella maggior parte dei luoghi dove vengono vendute, richiedendone la restituzione in appositi contenitori, in realtà queste non vengono né riciclate né rimborsate.

Oggi, grazie alla tecnologia, che nell’ultimo decennio ha dato risposte in questo senso di altissimo livello: possiamo ottenere dal nostro rubinetto, la soluzione a tutte quelle domande che ci siamo posti fin’ora. Il modo migliore per ottenere un’acqua di ottima qualità è il trattamento ad “OSMOSI INVERSA” che ci permette di evitare quantità di cloro(ipoclorito di sodio=candeggina) nell’acqua di rubinetto durante la cottura dei cibi, ma soprattutto evitando fastidiose e ingombranti fardelli di minerale, da portare fino ai piani alti delle nostre abitazioni, per poi stoccarla in ogni angolo della casa. In tutto questo c’è da evidenziare un aspetto fondamentale che l’acquisto della (minerale),aggrava la nostra economia di ulteriori costi, di cui potremmo fare assolutamente a meno.

CONSIDERAZIONI DI “Mr. HORACE MANSFIELD” KANSAS CITY – USA
(Ex presidente “Water Quality Association” USA. Portavoce ufficiale del “Drinking Water Forum Subcommitee” USA. Riconosciuto fra i massimi esperti mondiali di problemi sull’acqua potabile).
Ci sono alcuni argomenti che, per scarsa conoscenza o per partito preso, rendono diffidenti verso l’osmosi. Uno di questi è “l’osmosi rimuove i sali minerali”. Per rendersi conto dell’infondatezza di tale pensiero è necessario che si sappiano alcune cose indispensabili per capire l’argomento:
• Gli esperti della salute pubblica raccomandano vivamente a tutti, di bere almeno 8 bicchieri di acqua al giorno.
• La maggior parte delle persone fa fatica a berne anche la metà.
• Per ingerire la RDA (Recomanded Daily Allowance = dose giornaliera raccomandata) di alcuni sali minerali utili all’organismo, una persona, di Boston o di Milano, dovrebbe bere:
– 676 bicchieri d’acqua al giorno per ottenere la RDA del calcio.
– 1846 bicchieri d’acqua al giorno per ottenere la RDA del ferro
– 168.960 bicchieri d’acqua al giorno per ottenere la RDA del fosforo.

Le stesse persone che già fanno fatica a bere meno di 8 bicchieri al giorno si chiederanno: E i miei sali minerali ? Rispondiamo ad una domanda con un’altra domanda: “Perché mai una persona intelligente dovrebbe bersi decine e decine di minerali, molti cancerogeni, tutti inorganici (non assimilabili) solo per essere sicuro di ingerirne uno o due di cui ha bisogno ?”. “Perché dovrebbe farlo pur sapendo che nell’acqua ormai sempre più spesso ci sono anche veleni e porcherie ?”. E’ risaputo o almeno tutti dovrebbero saperlo (oltre a medici ed alimentaristi) che il corpo umano assume i minerali, le vitamine, le proteine e quanto altro gli è fondamentale solo dal cibo che ingerisce. Basti pensare che, in un boccone di pane, in una forchettata di pasta, in un pezzetto di formaggio o di carne, in un sorso di latte o in una banale foglia di insalata, ci sono più sali minerali che in centinaia e a volte migliaia di litri d’acqua.

Possiamo in definitiva trarre queste conclusioni: sulle acque esistono 2 correnti di pensiero: la 1^ sostiene che l’acqua deve contenere sali minerali poichè il corpo umano li necessita, la 2^ sostiene che i sali presenti nell’acqua non sono assimilabili perché inorganici, cioè non preventivamente “trattati” dai vegetali. Anzi, che sono dannosi all’organismo perché si “aggregano” e si depositano al suo interno. Un bel dilemma. Chi ha ragione? Acqua ricca di sali o povera di sali? Nella democratica posizione di dubbio tra le due teorie reputiamo comunque sia meglio l’acqua povera di sali: sappiamo che in un boccone di pane e una forchettata di verdure ci sono tutti i sali (organici) quanti in 600-700 bicchieri di acqua. E non corriamo il rischio di berci anche i sali di cianuro, nitrati, pesticidi, ecc.

Abbiamo comprato in un supermercato alcune bottiglie di acqua minerale tra le più conosciute e le più costose e pubblicizzate. Abbiamo trovato tante acque minerali con quantità di calcio uguale o inferiore alle acque osmotizzate. Con TDS (Totale Sali Disciolti) o Residuo secco a 180° uguale o inferiore ad acque osmotizzate. Molte pubblicizzano che la funzione dell’acqua è quella di depurare non di apportare. E la molecola dell’acqua più è pura, più avrà capacità di legarsi alle sostanze depositatesi, di inglobarle ed evacuarle. Ne abbiamo letti di slogan pubblicitari: …basso residuo fisso adatta ai neonati… …basso residuo fisso … quindi ….qualità… …la povera sola particella di sodio in cerca di compagnia… …il più basso contenuto di Sali… il più basso contenuto di sodio… …povera di sali…ideale per l’infanzia… …l’acqua che elimina l’acqua…

Dicono che l’acqua osmotizzata abbia un sapore “piatto”, “neutro” e che in pratica “non ha gusto”. E’ vero ! E’ assolutamente vero. “Perché ?… è forse il “non sapore” un cattivo sapore ?” Forse ci si dimentica, o si ignora, che la OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) stabilisce che l’acqua per l’organismo umano deve essere assolutamente insapore, inodore, incolore. Questa caratteristica è, pertanto, un pregio e non un difetto. Bisogna considerare il fatto, purtroppo, che alcune persone sono ormai così abituate a sentire il puzzo del cloro o di altre porcherie chimiche presenti nell’acqua che, quando non li sentono più, restano sconcertate. La mancanza di sapore può richiedere certamente un brevissimo periodo di adattamento ma, una volta che una persona si abitua all’acqua pura, il sapore e il puzzo del cloro, quel senso di terra in bocca e tutte le altre porcherie presenti o future, gli sembreranno addirittura offensivi. Si dice anche che “le osmosi costano molto”. Non è per caso che “durano anche molto?” Si può dire altrettanto di sistemi che costano meno? Per finire mi rivolgo agli operatori del settore trattamento acqua. Ricordino questo : “Non avrete mai da preoccuparvi e potrete dormire sonni tranquilli solo dopo aver venduto un impianto ad osmosi inversa ad una famiglia. Potreste sentirvi tranquilli altrettanto se aveste venduto sistemi diversi ? Cosa significa ciò? Tutte le acque povere di sali sono considerate migliori di tutte le altre. E le acque di alta montagna ? Tutti gli acquedotti che distribuiscono acque potabili come quelle ad esempio dei Comuni montani dell’arco alpino e appenninico al di sopra degli 800/1000 mt. di altitudine, forniscono tutti acque povere di sali, simili all’acqua osmotizzata e sono proprio le fonti alle quali andavano ad attingere i nostri nonni quando ancora non esistevano le acque in bottiglia, e volevano trovare l’acqua “buona”.